MOSTRE – EXIBITION – GIORNI DI TANGO OGGI

    

  

Museo Magma – Civitanova Marche

Inaugurazione 10 dicembre 2022 ore 18

La mostra rimane visitabile fino al 22 gennaio 2023

Un’ampia retrospettiva del lavoro dedicato alla cultura argentina che va dal 1989 al 2006.

Una sintesi dei quattro libri e le omonime  mostre esposte in Italia e all’estero.

 

“El espacio y el tiempo… son instrumentos màgicos del alma…”

 (Lo spazio e il tempo sono strumenti magici dell’anima…)

Jorges Louis Borges

Questa mostra è un riavvolgere un nastro di oltre venti anni di lavora che Lucia Baldini ha dedicato alla studio, alla conoscenza, all’approfondimento, agli incontri, alle introspezioni più profonde.

Questo lungo “viaggio” è iniziato nel 1989 attraverso l’incontro con il musicista argentino, esule a Parigi per i problemi con la dittatura argentina, Luis Rizzo. Compositore e musicista di grande poetica e capacità di toccare le corde più intime dell’ascoltatore. Da lì Lucia ha fatto una prima tappa a Budapest, scintilla da cui è partita la consapevolezza di un legame strettissimo con la cultura del tango argentino, per poi attraversare per lungo e per largo, per oltre sei anni, tutta la penisola per cercare persone, storie, luoghi che avessero la capacità di evocare una Buenos Aires virtualmente trasferitasi in terra italiana, per poi, solo nel 2006 andare a mettere concretamente i piedi dall’altra parte del mondo in basso e aprire gli occhi su un cielo di stelle nuovo e attraversare le vie di Buenos Aires.

“Giorni di Tango oggi” è una retrospettiva,  come un libro letto al contrario, modalità con cui generalmente mi approccio ai libri illustrati, parto dalla fine e risalgo, come a dire che la storia se funziona, funziona sempre,  anche se la guardi dalla fine e risali la narrazione.

Amo guardare al passato come salendo su una macchina del tempo, la sento come la mia dimensione reale, non quella della vita quotidiana che ti lascia vivere dalla mattina alla sera, ma quella che fa salti temporali, che è qui, guarda al futuro e con un piede è in un passato lontano, nemmeno possibile per la mia carta d’identità.

 

In occasione della mostra di Civitanova è stato realizzato un libro/catalogo pubblicato da Cartacanta edizioni

 “Tangomalìa – storie, miti e abbracci.

 Proprio alla sfera della suggestione si rivolge: la “malia” è qualcosa di più di una semplice passione da cartolina, anche se cara alle tante raccolte dei luoghi comuni del tango; si avvicina di più, invece, al mistero, all’attrazione, alla fascinazione che questo insieme di musica ballo e parola riesce ad esercitare in maniera trasversale, coinvolgendo alla pari volti noti e meno noti.  

Con questo lavoro il tango non è un pretesto, ma un contesto, quindi, come è prerogativa di un fenomeno che è, insieme, forma d’arte ed espressione popolare.

Quanti viaggi, quanti miti fascinosi, quanta inquietudine. Dov’è una vita un tango si sta scrivendo.
Di tutte le musiche del Novecento – è stato detto – la più consolatoria è il tango, perché il suo finale è una certezza. E forse sta davvero qui il senso di questa seduzione lunga un secolo. Su questa malìa, i suoi miti, il suo linguaggio, il suo rapporto con la danza, la musica e la poesia, si muovono le foto di Lucia Baldini.

                                                                                                                                  (Michela Fregona)

 

La mostra “Passi di Tango” è una ampia selezione di immagini tratta dai libri fotografici “Giorni di Tango”, “Tangomalìa” e “Buenos Aires cafè” che Lucia Baldini ha realizzato tra gli anni 1990 e 2009 con il suo approccio di curiosa e affamata di vita e come fotografa di scena di moltissime compagnie teatrali, di danza e musicisti che attraverso la fascinazione del tango l’hanno portata a raccontare una parte intima e privata della sua esistenza.

 

“Le foto ingannano, sfasano la nostra prospettiva”. Immaginiamo contengano qualcosa di fisso, immortalato per sempre in un attimo che resta sospeso per l’eternità. Poi le osserviamo, e nel vederle escono fuori, muovendosi verso di noi.

Ed è così che attraverso gli occhi e l’obiettivo di Lucia Baldini, fotografa attenta e appassionata all’oggetto e della sua indagine  prende forma la sensazione visiva del tango”.

                                                                                                                                                                ( Edoardo Tommaselli – “Come”)

 

Nelle immagini di “Tangomalìa” latitano i regolamentari basettoni da guapo e mancano i lustrini, le piume, le rose, nonché gli agglomerati disomogenei di perle, brillanti… La Baldini fotografa l’assenza, la sottrazione, il pudore quando non addirittura la vergogna trasfigurata. Il suo è un tango privo di chincaglieria… riflessione sul tempo e mille altre cose, nessuna delle quali SI VEDE.

                                                                       ( Marco Castellani – postfazione al libro “Giorni di Tango”)

 

 

In queste immagini evocative e dense, tenere a volte, altre come sospese in una tristezza profonda. Nelle fotografie di Lucia Baldini c’è tutta la corporalità del tango, il suo movimento nella danza e la profondità dello suo sguardo, dei suoi sguardi. Immagini che riescono ad esprimere meglio delle parole il racconto, il ricordo, il mistero e la magia del tango, anche quando ”non c’è tango” , come “in una stanza dove niente accade”, o negli ambienti e sguardi colti nel ghetto di Budapest.

                                                                                                          (Antonio Attorre – La Repubblica)

 

E’ curioso in fondo rendere una musica attraverso le immagini. Immagini che raccontano una storia affidata ai mantici sofferenti del bandoneòn, della chitarra, ai corpi di due ballerini intrecciati in una danza che sprigiona una sensualità prorompente. Così il Tango è uno sguardo, “una stanza dove niente accade” l’espressione di un musicista, una sedia in una stanza spoglia, l’incrocio, secondo una precisa coreografia, di due corpi che sembrano fondersi, l’uno apparentemente contrapposto all’altro. Passi trascinati lentamente come il respiro del bandoneon, segnano il tempo, veloce e convulso, girevole e “ganci” ricamati sull’ordito dell’armonia. Sguardi fissi, corrucciati, drammatici, occhi negli occhi o abbassati e persi nel vuoto, lontano, in un pensiero. Danza vorticosa, potente e suadente, non solo erotismo ma anche sfida. Si dice che fosse la lotta mimata di due marinai nell’angiporto di Buenos Aires. Più aggrappati che allacciati quando si balla un tango, non c’è abbandono, c’è un intersecarsi di domande e risposte: un passo chiama, un altro insegue, uno blocca, uno scavalca, uno provoca, uno sfugge.

Ed è così che prende forma, nelle immagini di Lucia Baldini, la sensazione visiva di quel “pensiero triste che si balla”, con la sua eco di “finitudine”, “solitudine”. O ancora come scriveva Borges: “il tango, una ventata, una follia/ che sfida gli anni frettolosi; l’uomo/ l’impasto di polvere e tempo/ dura meno della tenue melodia/ che è solo tempo. Il tango crea un torbido/ irreale passato, senza certezza alcuna/ un ricordo impossibile… lottando, a una svolta del sobborgo”.

Tanti tanghi, insomma, quanti pensieri che li vivono, li ascoltano, li ballano, ognuno dei quali legittimo poichè – in quella stanza con una sedia vuota – ciascuno di noi ricostruisce lo sfondo, i colori, immagina una storia, ” un sorso di liquore che obbliga a ricordare/ se l’anima è fuorigioco…”, fino a costruire i tasselli fantastici dell’ultimo grande mito romantico che porta con sé il Tango.

                                                                                                                                   (“World music”)

Book – “Giorni di Tango”

 

Book & Exhibition – “Tangomalìa”

BOOK & EXIBITION “Buenos Aires cafè”

 

 

Museo Magma – piazza Garibaldi 533, Civitanova Marche, Italy –

museomagma.com