EXHIBITION – Los Abrazos – Carla Fracci immagini – Città del Messico

Lucia Baldini Los Abrazos
12 anni di immagini con Carla Fracci

Mostra fotografica ospitata dall’Istituto di Cultura di Città del Messico

22 agosto – 23 settembre 2019

 

Oggi credono che se sei bella solo se sei giovane. Nulla di più sbagliato sulla vera bellezza delle donne. A cominciare dal fatto che la bellezza non ha un’età.

Carla Fracci è uno dei rari esempi di monumento vivente della cultura italiana.

“In Inghilterra quando si dice Elisabetta tutti capiscono che si allude alla Regina, in Italia quando si dice Carla tutti capiscono che si allude a Carla Fracci”: così la descriveva Fernanda Pivano. La parabola di questa protagonista della danza mondiale è tutt’altro che terminata.. Con il valore aggiunto di uno stile superlativo, per nulla intaccato da fattori biologici. E il patrimonio della lunga carriera di Fracci è dato dal suo instancabile misurarsi con sempre nuove esperienze, uscendone trionfatrice e allargando il suo repertorio oltre i personaggi.

Lucia Baldini ha collaborato con la Fracci come fotografa per oltre 12 anni nel periodo che va dal 1996 al 2008, vivendo un periodo molto interessante della carriera dell’étoile. Sono stati anni in cui la Fracci ha interpretato ruoli meno convenzionale della cultura del balletto, proponendo un ventaglio ampio e intenso di figure femminili, raccontandone la forza, la fragilità, l’amore e la disperazione, ogni volta andando a esalare le potenzialità del femminile nelle sue infinite identità e modalità.

La mostra che Lucia Baldini propone vuole celebrare la donna, l’artista, la ballerina.

Il progetto che la Baldini sta proponendo è un incontro tra poetiche: lo sguardo di una fotografa che, attraverso il suo lavoro, ha raccontato e celebrato la donna Carla Fracci nell’interpretazione artistica, dall’altro lato dello sguardo Carla Fracci, una donna che ha messo e continua a mettere la sua vita a disposizione dell’arte, mutando la propria identità e la capacità di interpretare e raccontare storie e mondi del femminile.

Immagini, parole, composizioni letterarie e musiche.

La mostra si muove su flussi paralleli creando un allestimento che ha il sapore di un’istallazione costruita da un’ampia galleria di ritratti fotografici in bianco e nero, fotografie analogiche, di formati diversi che vanno a creare un percorso visivo in continua evoluzione. Fotografie in scena che Lucia Baldini ha creato a fianco della Fracci, interpretando opere proposte su palcoscenici italiani e internazionali. La mostra è un fil rouge in cui la Fracci dialoga con coreografi e ballerini: Carolyn Carson per la Biennale di Venezia, Micha Van Hook per raccontare i “Giorni Felici” di Beckett, “L’apres midi d’un faune” reinterpretando i costumi e le coreografie di Nijinsky e dei Balletti Russi, ma anche il Nijinsky dei giorni tormentati in manicomio. Un’interpretazione maestosa di Isadora Duncan, l’appassionata Filumena Marturano che tanto Edoardo De Filippo ha voluto per lei. Il dolore della madre palestinese che soffre con la madre israeliana degli stessi strazi di vedere i propri figli morti che Mario Luzi ha scritto perché Carla la mettesse in scena e ne potesse raccontare la potenza della devastazione del dolore materno. E poi un Amleto insolito, inventato da Beppe Menegatti, in cui la Fracci è proprio Amleto e tutti gli altri ruoli, maschili e femminili, sono interpretati esclusivamente da danzatori maschi.

Una mostra che passo dopo passo apre nuove strade narrative, diversi registri registici e coreografici, un caleidoscopio di ruoli femminile interpretati ogni volta magistralmente dalla Fracci per sorprenderci e per emozionarci.

Questo progetto è come un castello di destini e di sguardi incrociati. Vi confluiscono molte storie: di artisti, di spettatori, di teatri. Ma soprattutto è la storia di una ballerina, Carla Fracci, tra le più grandi del Novecento, seguita nelle tappe dell’ultimo decennio da una fotografa artista, Lucia Baldini, che è a sua volta un caso raro. Perché sono pochi i fotografi che riescono a tradurre in immagini la danza senza pietrificarla, e cogliendone invece il mistero. Lucia Baldini arriva con l’obiettivo fotografico al cuore della scena che accade davanti a lei. Ha confessato una volta che a guidarla non è la plasticità dei corpi, o la geometria che essi creano nello spazio, o l’espressione dei volti, ma la musica. È la musica a stabilire la frazione di tempo più propizia allo scatto. In tal modo l’immagine che noi vediamo non giunge come qualcosa di esterno, ma germina dalla medesima necessità espressiva che determina la rappresentazione.

E tuttavia tutto questo non sarebbe possibile senza una intesa straordinaria tra chi guarda e chi è guardato.

Alla metà degli anni Novanta, che è più o meno il tempo in cui questa collaborazione ha cominciato a farsi, l’avventura che qui si racconta era tutt’altro che prevedibile. Carla Fracci, già da lungo tempo ai massimi livelli internazionali, così come hanno fatto in passato altre grandi ballerine, avrebbe potuto scegliere uno o due ruoli dei suoi più significativi e continuare a danzare solo in quelli, fin tanto che fossestata per il pubblico un emblema riconoscibile. Ma la grande ballerina classica, l’interprete che per tanti si identifica con la Giulietta e la Giselle della loro vita, non ha voluto trasformarsi nell’icona di se stessa e si è posta un traguardo diverso. Che poi, a ben vedere, non è tanto un traguardo, quanto piuttosto un modo d’essere, la fedeltà a uno stile, l’obbedienza alla regola di mettersi ogni giorno in discussione alla sbarra e sulle tavole del palcoscenico. Ma è anche questa una circostanza che rende esaltante l’esperienza di Carla Fracci, che nella sua mai appagata ansia di ricerca ha sempre attinto in profondità, come ancora farà in futuro, all’inesauribile fonte dell’Essere donna.

È bello scoprire, con Lucia Baldini, come la fotografia, oggi così propensa a pubblicizzare i fasti dell’apparenza più che a rappresentare l’essere, in realtà non abbia perso la capacità di cogliere immagini della vita interiore. Forse all’origine di tutto c’è lo stesso atteggiamento amoroso che ha accompagnato Carla Fracci nella sua lunga carriera.
(Enrico Gatta)

La galleria fotografica è visitabile su questo link http://www.luciabaldini.it/?p=466

Mostra fotografica Carla Fracci immagini 1996-2005.
10 anni di lavoro come fotografa di scena per Carla Fracci raccontati in un video.

Il video che racconta l’inizio della collaborazione come fotografa di scena con Carla Fracci arrivata, dopo dieci anni, alla realizzazione di una mostra fotografica a lei dedicata ospitata per la prima volta dal Centro di Arte Contemporanea – casa Masaccio di San Giovanni Valdarno.

recensione su

https://icplibrary.wordpress.com/2016/02/08/the-good-singing-hurts-but-with-the-lights-on-its-less-dangerous/