Book – “La Grande Foresta”

uno sguardo al libro “la grande foresta”

La Grande Foresta
di
Francesco Niccolini e Luigi D’Elia
immagini di Eloisa e Lucia Baldini

Perché è sempre colpa del lupo? 
Perché è sempre lui il cattivo delle storie?
 Perché ti abituano così sin da piccolo?
 Poi accade che succede qualcosa di brutto e ogni volta è stato il lupo.
Ma nella maggior parte dei casi non è il lupo, il colpevole. In un piccolo paese senza nome un bambino cresce tra scuola, casa e un grande bosco. Il bambino va a scuola a piedi, corre, non vuole aspettare: vuole crescere e diventare un cacciatore, come suo nonno. Suo nonno invece gli impone la lentezza, la scoperta del bosco e delle sue regole, di un mondo che si sta estinguendo, ma che per chi lo sa guardare con pazienza, è immensamente più bello di quello che stiamo costruendo. Questa è la storia dell’ultimo lupo abbattuto in quelle terre, e di tutto ciò che morì con lui.

con una canzone di Antonio Catalano

Titivillus edizioni 2012

Foreste Casentinesi_lungo il cammino dello spettacolo LA GRANDE FORESTA

Eravamo nelle Foreste Casentinesi. Due anni fa, credo. Io, Francesco, mio padre, Francesca e Lucia. Erano le prime prove di racconto della Grande Foresta. Cercavamo le parole tra gli alberi della Foresta più bella. Era ancora tutto fragile, in aria. Francesco diceva che dovevo per forza conoscere questa foresta. Altro che i miei boschetti pugliesi che non fai in tempo ad entrare ed è già tutto finito. Prima di salire per il bosco avevamo preso un caffè in un bar tappezzato di foto di cervi e lupi. Diceva il proprietario che conosce i luoghi dove i lupi portano i cuccioli ad allenarsi alla caccia, ma si vedeva bene dal mostrare la strada per arrivarci. Meno male. Le Foreste Casentinesi sono considerate uno dei pochi posti in Italia dove i lupi non sono mai scomparsi. Si trovano nel cuore della via dei lupi dell’Appennino. Ci eravamo fermati a raccontare in una radura poco più su dell’Eremo di Camaldoli. Lucia portò via un bel bottino di foto per il libro. Io alcuni legni, qualche foglia e l’immagine della visione di San Romualdo che sognò di monaci bianchi che salivano al cielo con lunghe scale. Il giorno dopo cominciarono a piantare gli alberi della foresta più bella. Andai via dal bosco pensando che sarebbe potuta essere la scena dello spettacolo. Non sapevo allora che sarebbe bastato un tavolo. O niente. Ho letto ultimamente che più su dall’Eremo si arriva alla Riserva Integrale di Sasso Fratino. E’ considerata una delle ultime foreste vergini d’Europa. L’uomo non ha toccato e non può toccare nulla. Germoglio, ghianda, cielo, nuvola, una cosa sola. Mi sa che ci toccherà tornare per continuare il racconto un giorno. Vero, Fra?

video di Lucia Baldini